Quando si può dire di in gatto che è vecchio? A quali cambiamenti va soggetto? Cosa possiamo fare noi per rendere sereno e confortevole l’ultimo tratto della sua vita, ma anche meno faticoso e stressante per noi il prenderci cura di lui?

A un certo punto, quasi senza che ce ne accorgiamo, il nostro gatto  di casa si trasforma da cucciolo giocherellone e pasticcione a gatto adulto e posato, poi, col trascorrere degli anni, diventa sempre più sedentario, dorme o sonnecchia per molte ore al giorno, non ha più tanta voglia di interagire oppure, al contrario, diventa morbosamente attaccato  a noi, vorrebbe stare sempre in braccio, a volte miagola insistentemente senza motivo, o fa i bisogni fuori dalla lettiera… insomma, si comporta in modo diverso, fa cose strane e a volte anche poco piacevoli.

Insomma, cosa è successo? Semplicemente sta diventando vecchio e, proprio come noi umani, il suo carattere cambia, si sente più fragile e, se si fida di noi, più dipendente.

E qui siamo messi alla prova: amiamo il nostro gatto e ne riconosciamo i bisogni, o davvero pensavamo che sarebbe rimasto un adorabile cucciolo per  sempre e non siamo pronti ad accompagnarlo in questa delicata fase della vita?

Difficile e impegnativa certo, ma non priva di soddisfazioni e grandi gioie; insomma è un po’ come avere in casa un nonno anziano forse un po’ svaporato, ma al quale siamo molto affezzionati e al quale dobbiamo tanto perchè tanto ci ha dato quando era giovane.

Ma quando è che un gatto diventa ufficialmente “anziano”?

tabella età gatto

Come si evince dalla tabella, a dieci anni entra nella fase “senior”, anche se un gatto in buona salute e ben curato può arrivare anche a 16 o 18 anni, senza considerare i casi rari, ma non eccezionali, di gatti che vivono oltre i 20 anni.

Anche se apparentemente in buona salute, superata una certa età è  possibile che sviluppi delle patologie legate all’avanzare dell’età e va quindi seguito con visite ed esami regolari.

Quali sono i disturbi più comuni che compaiono intorno ai 10/12 anni? 

Innanzi tutto i denti. Un gatto che si rifiuta di mangiare, oppure che si avvicina al cibo, prova un boccone, ma si allontana subito, magari emettendo un verso strano, potrebbe avere dolori ai denti (un problema peraltro molto diffuso e, ahimè, spesso sottovalutato).  Bisognerà farlo controllare da un dentista e offrirgli cibo morbido e nutriente.

Se è un po’ sovrappeso, come spesso accade ai gatti che vivono esclusivamente in casa, potrebbe sviluppare il diabete, una patologia grave e causa di molte complicazioni. Bisognerà quindi programmare una dieta appropriata, tenere il peso sotto controllo e, come sempre, farlo seguire dal veterinario di fiducia.

Al contrario, potrebbe diventare di gusti molto difficili, soffrire di inappetenza, e allora dovremo stimolarlo a mangiare con bocconcini particolarmente appetitosi e una dieta variata. Averlo abituato fin da cucciolo a non mangiare sempre lo stesso tipo di alimento ci aiuterà nel compito.

Altri possibili acciacchi da monitorare sono problemi ai reni, ipertiroidismo o l’artrite.  Sintomi di problemi ai reni possono essere nausea, inappetenza, aumento della sete, pelo opaco. L’ipertiroidismo si manifesta con aumento dell’appetito associato a perdita di peso, iperattività e agitazione.

Come per  noi umani l’artrite poi è causa di rigidità nelle articolazioni, dolori e difficoltà a muoversi. Bisognerà allora facilitargli gli spostamenti, la lettiera non deve essere troppo alta o sistemata in posti difficilmente  accessibili se non vogliamo che inizi a fare i bisogni in giro per casa. Anche saltare sul divano o sul letto potrebbe diventare faticoso e possiamo facilitargli la salita con un semplice sgabellino.

Fra i 13 e i 15 anni il nostro gatto comincia a vederci e a sentirci un po’ meno, gli spostamenti si fanno più faticosi e trascorre molto tempo sonnecchiando. A volte anche le facoltà cognitive si deteriorano e qui ci vuole molta pazienza. Forse qualche volta si dimentica di usare la lettiera, specialmente se è situata in un posto lontano da dove dorme o trascorre la maggior parte del suo tempo; oppure ci chiama insistentemente da un ambiente all’altro e si calma solo se ci facciamo vedere e lo prendiamo in braccio.  Potrebbe sentirsi fragile e bisogna proteggerlo da gatti più giovani che potrebberlo  dargli fastidio o addirittura bullizzarlo, assicurandoci che abbia un posto tranquillo dove mangiare indisturbato, che possa riposare nel suo angolo preferito, che abbia accesso alle risorse e al nostro affetto. Andrebbe anche protetto da bambini irruenti e cani troppo vivaci che vorrebbero interagire con lui senza che ne abbia voglia.

Se poi è così fortunato da raggiungere e superare i 16 anni di età, e se noi siamo altrettanto fortunati da poter godere ancora della sua presenza, dovremo veramente avere molta cura di lui, con visite e controlli regolari, prestando attenzione a tutti i cambiamenti  anche piccoli, che notiamo: nell’alimentazione, nella quantità di acqua che beve, nel comportamento, ecc.  Spesso i gatti tendono a nascondere i dolori e le difficoltà con grande astuzia, spetta a noi  prestare un occhio vigile e attento al suo stato di salute: se si nasconde, se si rifiuta di uscire, se smette di usare la lettiera, sono tutti segnali da non sottovalutare.  E poi avere molta pazienza se fa cose strane, se è morbosamente attaccato a noi o se, al contrario, vuole stare per conto suo e sembra non riconoscerci nemmeno più. Se pulirsi gli diventa faticoso o impossibile, possiamo spazzolarlo con molta delicatezza, cominciando dalle zone dove più gli piace essere accarezzato e avvicinandoci cautamente ai punti sensibili che in genere sono soprattutto la pancia, la coda e l’area dei genitali.

I vocalizzi notturni sono spesso un problema molto fastidioso difficile da affrontare. I gatti nel loro habitat naturale sono più attivi all’alba e al tramonto, quando vanno a caccia di prede. Stimoliamolo con delicatezza a fare un po’ di attività fisica, se la salute glielo permette, invitandolo a interagire con noi; alcuni gatti mantengono un carattere socievole e giocherellone per tutta la vita! Facciamogli un po’ di coccole, spazzoliamolo dove più gli piace, insomma cerchiamo di tenerlo un po’ attivo, ma senza costringerlo  se proprio non gli va.

Soprattutto, e come sempre, qualunque sia il comportamento indesiderato, la regola aurea è: NON LO RIMPROVERIAMO!

Anche se siamo esasperati dal suo comportamento, se veramente vorremmo che smettesse di fare alcune cose che ci disturbano profonfamente, non dimentichiamo mai che rimproverarlo o addirittura punirlo non serve a risolvere il problema, ma piuttosto lo aggrava, perchè perderà fiducia in noi senza associare la nostra aggressione al presunto “misfatto”, e questo aumento il suo stato di ansia e senso di fragilità.

Quando ci inteneriamo di fronte a un adorabile cucciolo e scegliamo di prenderlo con noi dobbiamo pensare bene che oggi è il tenero buffone che ci diverte, fra qualche anno sarà il posato gatto adulto che ci tiene compagnia, ma dopo qualche anno ancora, sarà un gatto anziano che ha bisogno di noi, del nostro amore e della nostra pazienza.

S.C.

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