L’aspettativa di vita dei nostri cani è molto aumentata rispetto al passato ma, proprio come noi, anche loro subiscono l’effetto del passare del tempo e invecchiano, mostrando i segni dell’età che avanza.
Un proprietario attento riconoscerà vari cambiamenti nel suo compagno di vita e saprà di aver raggiunto insieme un nuovo capitolo della sua storia: la senilità.
In questa fase il cane ritorna a manifestare più chiaramente bisogni primari e necessita di molte cure e attenzioni a livello fisico e mentale, ciò nondimeno può offrire ancora tante gioie e soddisfazioni alla sua famiglia.
Vogliamo approfondire quali sono le implicazioni di vivere con un cane anziano e cercheremo di individuare delle strategie per accudirlo e renderlo felice nel migliore dei modi e accompagnarlo in salute il più a lungo possibile.
Quando si definisce un cane “anziano”?
Esistono diverse tabelle stilate dai professionisti veterinari che descrivono dettagliatamente l’evoluzione progressiva anno dopo anno del nostro pet, inserendola in uno schema che prevede il susseguirsi di periodi: neonato, cucciolo, adolescente, giovane adulto, adulto, senior.
Queste, insieme al consulto regolare con il vetrinario di fiducia, sono gli strumenti fondamentali per fronteggiare i cambiamenti di ogni momento della vita dei nostri cani.
Ci sono molti fattori che influiscono nel definire le varie fasi, come la razza, le dimensioni, la genetica, il vissuto individuale.
In generale però si tende a definire anziano un cane dagli 8 anni in su. Le taglie piccole e mini riescono a strappare fino a 4 anni in più, mentre il gap tra gli 8 e i 12 è coperto dalle dimensioni intermedie.
- sotto i 9 kg → 12 anni
- da 9 a 22 kg → 10 anni
- da 22 a 45 kg → 9 anni
- sopra i 45 kg → 8 anni
Comprendere e accettare l’invecchiamento nei cani
Il processo di invecchiamento nei cani è simile a quello degli esseri umani. Progressivamente ci sarà una degenerazione sia sul piano fisico, sia su quello mentale, che nel tempo porterà l’animale a non essere più del tutto indipendente e autosufficiente e a cercare sempre di più l’assistenza di chi lo circonda.
Per questo noi famigliari dobbiamo essere pronti, preparati ad aiutarlo se e quando si presenteranno le occasioni, senza scandalizzarci o demoralizzarci perché si tratta di un processo fisiologico naturale inevitabile.
L’accettazione del cambiamento sarà la chiave: infatti, come spesso capita anche a noi persone, una delle cose più difficili da comprendere e poi metabolizzare, per il cane stesso, sarà quella di non essere più quello di una volta… quel bel salto, quello scatto per rincorrere la preda, quella lunga passeggiata che piaceva tanto, non sono più nelle corde del fisico.
Noi stessi, osservatori esterni, faticheremo ad ammettere che il nostro amico non ha più l’età per certe cose o situazioni, ma prima lo faremo e prima sarà possibile trovare nuovi passatempi e abitudini altrettanto divertenti e positivi, adeguati al nuovo status.
Più consapevoli di loro, dovremo aiutarli a capire che ci sono nuovi limiti da rispettare per stare bene, che bisogna calibrare le forze e le energie anche per le cose più banali, che alcune abitudini andranno modificate per non correre rischi evitabili.
Questo problema sarà caratteristico dei primissimi anni di anzianità, a cavallo tra la fine dell’età adulta e l’inizio di quella senior, in quella cioè che potremmo definire simpaticamente come “l’età del pensionamento”. La routine cambia e bisogna iniziare a sperimentare e modificare i propri ritmi per adattarsi.
Col passare del tempo, anche i cani stessi dovrebbero diventare più cauti e auto-conservativi, soprattutto se accompagnati correttamente e gradualmente in questo percorso. Se così non fosse, perché degli eterni Peter Pan, sarà ancor più fondamentale il nostro intervento.
Segni di invecchiamento nei cani anziani
I cani anziani possono manifestare molteplici segnali di invecchiamento, tra cui i più evidenti: problemi di salute e di mobilità, cambiamenti comportamentali.
È importante riconoscerli presto per potersene prendere cura nel modo migliore possibile.
Alcuni esempi sono:
- Movimenti più lenti e difficoltà motorie
- Affanno dopo l’attività fisica e ripresa lenta
- letargia o stanchezza diffusa
- Vista e udito ridotti
- Cambiamenti comportamentali, come irritabilità o apatia
- Cambiamenti fisici, come assunzione/riduzione di peso o modificazioni a livello di pelle e pelliccia
- Patologie dentali più frequenti
- Maggiore incontinenza
- Maggiore suscettibilità a malattie di vario genere
Tanti di questi segni non compariranno in maniera repentina, ma si introdurranno gradualmente nelle vite dei nostri cani.
Prevenire l’insorgere di problemi
Una strategia efficace per non rimanere spiazzati al loro insorgere, sarà prepararsi all’arrivo in tempi ancora non sospetti, quando senza fretta e ansia si potrà lavorare insieme al cane per insegnargli strategie utili ad esempio a non sporcare di urina i divani e i letti di casa, oppure redigere con il veterinario di fiducia un piano di controllo periodico e di prevenzione per certe patologie/problematiche fisiche.
Buona norma sarà quindi abituare il cane fin da piccolo a riposare in punti della casa adatti e dove anche in futuro non ci possano essere rischi di eventuali danni a oggetti di valore (letti/divani/poltrone/tappeti, ecc.) o alla salute fisica dell’animale stesso, in cui ad esempio non debba faticare ad accedere per via di gradini o dislivelli. Infatti, in caso di problemi articolari o alla schiena potrebbero diventare zone off limits, influendo così negativamente anche sulla psicologia del cane, che verrà privato del suo rifugio confortevole.
Un suggerimento utile in questo caso, così come per la salita e discesa dall’auto, può essere quello di insegnare a camminare su rampe e ponti per cani, in modo da agevolare anche in un secondo momento l’accesso alla vettura o a cucce/materassi sopraelevati. In questo senso anche il kennel può essere sicuramente un’ottima risorsa, poiché facilmente trasportabile e rassicurante per il cane abituato.
Un addestramento utilissimo prima della senilità sarà quello olfattivo, poiché statisticamente sarà il senso che accompagnerà il nostro cane più a lungo. Riconoscere persone, oggetti, percorsi prima dal loro odore gli permetterà di non sentirsi totalmente smarrito o disorientato quando la vista e l’udito verranno meno.
Così come sarà importante definire nettamente i momenti e le aree di attività/gioco e quelli di riposo, insegnando al cane a regolarsi nell’alternarli e a calmarsi quando necessario, riprendendo fiato e ricaricando le energie.
Fornirgli in anticipo competenze come indipendenza e riflessività gli permetterà di diventare anziani solidi, che, nonostante per necessità si appoggeranno molto di più alla guida del proprietario, saranno comunque in grado di affrontare anche le situazioni nuove o particolari senza stressarsi troppo o andare nel panico.
Non dovremo stupirci di trovarci talvolta a “non riconoscere” il nostro animale. Infatti, i cani senior potrebbero assumere atteggiamenti inusuali e risultare meno tolleranti o visibilmente spaesati verso situazioni, contesti, persone o altri animali, seppur noti. Addirittura potrebbero risultare smarriti anche nei nostri confronti, per via di degenerazioni cognitive.
Non sono infrequenti episodi di terrore legati a tali disfunzioni cognitive, correlati da possibili fughe, dimostrazioni di disagio come ululati o urine inappropriate, oppure reazioni di attacco/aggressività anche nei confronti dei familiari più stretti.
In questi casi evidentemente sarà necessario farsi aiutare da veterinari e comportamentisti, che pianificheranno strategie per fronteggiare la difficile situazione.
Per tutte queste ragioni, quando in famiglia arriva un cane bisogna prevedere fin da subito che ci farà compagnia per molto tempo (come si spera che sia) e che, quindi, a un certo punto della sua vita avrà delle esigenze diverse da quelle a cui siamo abituati e preparati. Dunque, la previdenza e la lungimiranza aiuteranno a gestire al meglio tutte le situazioni e i potenziali cambiamenti.
In questo ordine di idee anche l’assicurazione sanitaria sarà da considerare prima del raggiungimento dell’età anziana, perché tante compagnie non aprono le pratiche per i cani sopra una certa età oppure prevedono delle tasse molto salate, mentre come sottolineato le necessità sanitarie potrebbero essere molte e un sussidio economico utilissimo.
La gestione quotidiana, per uno stile di vita sano e corretto
I cani anziani, come largamente anticipato, possono avere problemi di salute di vario genere, tra cui artrite, diabete, problemi di dentizione, problemi renali, cardiaci e altri.
È importante per questo rivolgersi a un bravo e fidato veterinario che ci accompagnerà per tutta la vita del nostro cane e ci saprà consigliare le cure più adeguate.
Bisognerà redigere insieme a lui un piano di controlli periodici regolari, magari anche aiutati da specialisti (cardiologi, oculisti…) per tenere d’occhio e identificare precocemente eventuali problemi di salute.
Nel quotidiano però ci sono alcune accortezze che si possono avere per agevolare la corretta gestione del cane e ritardare maggiormente l’insorgenza di problematiche:
- Fornire una dieta sana, bilanciata e nutriente per il tuo cane, che tenga di conto della sua età. Non dovranno mancare i vari integratori necessari per il suo benessere fisico e cognitivo. Inoltre, Potrebbe diventare necessario aumentare il numero dei pasti o ridurlo a seconda delle sue condizioni corporee, ma la regolarità rimarrà comunque una base fondamentale.
- Assicurarsi che abbia un riposo adeguato in termini di tempo e ambiente.
Le condizioni ideali sono: uno spazio confortevole, pulito, riparato, caldo o fresco a seconda della necessità, nel quale possa rifugiarsi indisturbato per tutto il tempo di cui ha bisogno.
- Fare esercizio fisico adeguato per mantenerlo in salute e salvaguardare la sua mobilità. Bisognerà diventare abili ad ascoltare e riconoscere i limiti del cane in modo da non pretendere più di quanto non sia in grado di dare. Tuttavia, attività di gioco e movimento sono bisogni fondamentali per il cane a qualsiasi età, quindi non si deve rinunciare ad essi se non per impossibilità oggettive.
- Fare esercizi di attivazione mentale, per mantenerlo vigile e reattivo a livello cognitivo. Il problem solving e il ragionamento permetteranno di dare alternative appaganti anche quando gli esercizi fisici non saranno più possibili e permetteranno di mantenerlo cognitivamente attivo più a lungo.
- Creare una routine e una regolarità utili e rassicuranti.
- Mantenere una socialità attiva, continuando a frequentare i soliti amici (umani e canini) coi quali c’è un buon rapporto, evitando novità e stress non necessari.
Non forziamo il cane in situazioni nelle quali non si sente più a proprio agio.
Ad esempio potrebbe capitare che incontrare il solito amico storico di passeggiate e giochi a un certo punto diventi più stressante che piacevole per il cane e lo esprimerà, a seconda del suo carattere, in maniera più o meno evidente, in qualsiasi caso noi proprietari dovremo rispettare questa scelta e evitare per lui quella situazione. Potrebbe non essere simpatico e non farci sentire a nostro agio spiegare questa situazione e tagliare i ponti, ma sarebbe sicuramente più spiacevole far terminare in rissa un’amicizia di lunga data.
Un cambiamento di interesse potrebbe avvenire anche verso degli ospiti in casa, magari dei parenti che il cane conosce da sempre, ma che per qualche ragione non ha più piacere di incontrare. In questo caso sarà importante che possa avere un suo spazio in cui rifugiarsi e riposare indisturbato e dovremo essere bravi a tutelarlo da eventuali tentativi di contatto sgradit
- Continuare la cura igienica del mantello, ma evitare in maniera progressiva trattamenti estetici troppo lunghi.
È fondamentale continuare a far visita al proprio toelettatore di fiducia se necessario, ma insieme a lui sarà decisivo stabilire delle strategie per massimizzare i risultati e ridurre i rischi.
Ad esempio, dopo una certa età, rinunciando al meraviglioso taglio a forbice estetico a cui siamo abituati, in favore di uno più pratico da mantenere e rapido da svolgere; oppure, imparando a lavare e pettinare il cane in autonomia per limitare il numero di incontri ai soli momenti strettamente indispensabili. Il professionista sarà in grado di consigliare la soluzione più adatta alle vostre esigenze.
Cura alla fine della vita per i cani anziani
Purtroppo, a seguito dell’età senile, a un certo punto, si dovrà inevitabilmente fare i conti con il momento più temuto da ogni proprietario e fedele compagno: l’estremo congedo.
Sarà un vero privilegio raggiungere questo momento dopo molti anni insieme, con tutti i ricordi preziosi collezionati e un legame sempre più appagante e stringente.
Se possibile, per condizioni fisiche del cane e rapporto con il proprio veterinario, sarebbe rassicurante e meno traumatico per entrambi richiedere l’intervento di eutanasia a domicilio. Si tratterebbe in questo caso di un momento meno asettico e ben più dolce che in clinica.
Nel caso però questa non fosse un’opzione percorribile, ricordiamoci di chiedere comunque di assistere al momento finale e di accompagnarlo dignitosamente negli ultimi istanti.
In seguito, a causa di una perdita così dolorosa, potrebbe essere utile un supporto psicologico per l’elaborazione del lutto, che potrebbe richiedere anche molto tempo.
Non vergogniamoci e non sottovalutiamo l’esigenza di rivolgerci a un terapeuta professionista per farci aiutare in questo percorso.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo considerato i cambiamenti e le situazioni che caratterizzano la vita di un cane anziano e abbiamo valutato le soluzioni per affrontare gli ultimi anni insieme nel migliore dei modi.
Tutti i suggerimenti e le accortezze anche preventive che abbiamo riportato hanno lo scopo di aiutare ogni proprietario a godere appieno di tutti i momenti insieme al proprio compagno cane, con meno preoccupazioni, a cuor più leggero e con la consapevolezza di potergli dare una vita degna e confortevole fino alla fine dei suoi giorni.
Arianna Gatto
Arianna Gatto è consulente per animali da compagnia e addestratrice cinofila. Ha studiato “allevamento e benessere animale” alla facoltà di veterinaria e ha frequentato i corsi di formazione professionale per diventare addestratore ENCI e operatore IAA (interventi assistiti con gli animali). Attualmente vive e lavora a Livorno.