Dopo 30 anni di battaglie fuori e dentro le aule parlamentari, dal 1° Gennaio la legge che vieta l’allevamento, la riproduzione in cattività e l’uccisione di visoni, volpi, procioni, cincillà e animali di qualsiasi specie utilizzati per ricavarne pelliccia in Italia diventa realtà!
Una vittoria per gli animali e per tutta la società civile, per tutte quelle persone che si sono battute affinché si ponga fine a questo orribile e anacronistico commercio di esseri viventi.
Nel 2022 gli allevatori italiano beneficeranno dello stanziamento di 3 milioni di euro per la riconversione della loro inaccettabile attività.
Ma la battaglia per eliminare definitivamente l’allevamento degli animali da pelliccia e il commercio delle pellice non è finita. La LAV ha lanciato una campagna europea per promuovere questo importante cambiamento cui possiamo dare tutti il nostro contributo.
In Europa sono già molti gli Stati che ci hanno preceduto nel vietare gli allevamenti di animali da pelliccia: nel 2000 ha iniziato il Regno Unito (Paese storicamente sensibile ai diritti degli animali), seguito da Austria (2004), Slovenia (2013), Repubblica di Macedonia (2014), Croazia (2017), Lussemburgo (2018), Repubblica Ceca (2019) e Serbia (2019). Presto si aggiungeranno anche Germania, Irlanda, Belgio, Norvegia, Estonia, Francia, Bosnia ed Herzegovina.
La pandemia del Coronavirus ha spinto anche Svezia e Danimarca a chiudere gli allevamenti di visoni per tutto l’anno 2022; in Svizzera già dal 2000 le normative sono così severe da renderli di fatto impossibili.
Nel resto del mondo Israele è stato il primo Paese a vietare il commercio di pellicce, speriamo che tanti altri Stati seguano questo esempio di civiltà.
S. C.