La nuova pandemia del Coronavirus sta condizionando i nostri comportamenti sociali, siamo chiamati a rivedere molte nostre abitudini e spesso anche a riprogrammare le nostre attività.
Noi che abbiamo degli animali in casa possiamo senz’altro ritenerci fortunati e, se ancora non ne abbiamo uno, forse è il momento di valutare se non sia il caso di adottare un cane o un gatto. Infatti sembra che il desiderio di adottare un animale domestico sia in aumento proprio a causa della solitudine e l’isolamento cui siamo costretti dalla pandemia. Un animale da compagnia che vive con noi è fonte di grande gioia e benessere, soddisfa il nostro bisogno di affettività perché ci ama senza condizioni, ci fa sentire meno soli e separati dalla vita sociale, ci fa da stimolo; insomma, ci aiuta a stare meglio.
Non è necessario elencare qui tutti gli effetti benefici, diretti e indiretti, che la presenza di un animale favorisce su tutti i membri della famiglia, vogliamo piuttosto affrontare i giusti timori su quali siano i rischi che la convivenza con un animale comporta per la salute nostra e dei nostri cari.
Alla domanda se i nostri animali possano essere portatori del Coronavirus, la risposta, confermata da tutti gli studi effettuati dalle principali istituzioni mediche mondiali è un deciso NO. Tutte le evidenze scientifiche portano alla conclusione che gatti e cani non possono trasmettere il Coronavirus a noi umani. Insomma, possiamo stare tranquilli a questo riguardo e, soprattutto, non c’è motivo di disfarci dei nostri pet o peggio ancora di farli sopprimere, neanche se ci ammaliamo.
In questo senso siamo confortati da quanto dichiarato dal nostro Ministero della Salute:
“L’attuale diffusione del Covid-19 è il risultato della trasmissione da uomo a uomo. Ad oggi, non ci sono prove che gli animali da compagnia possano diffondere il virus. Pertanto, non vi è alcuna giustificazione nell’adottare misure contro gli animali da compagnia che possano comprometterne il benessere.”
È vero che stanno emergendo alcuni casi (rari) di animali (cani, gatti e conigli) che sono stati contagiati da noi umani. Per fortuna si tratta di pochi casi isolati in tutto il mondo e, soprattutto, sappiamo che gli animali che si sono ammalati non hanno sofferto di sintomi gravi e hanno rapidamente sviluppato gli anticorpi in grado di neutralizzare il virus. A tutt’oggi siamo certi che cani e gatti, anche se ammalati di Covid 19, non sono in grado di trasmettere il virus né a noi umani, né ai loro simili.
Sono altre le zoonosi da cui dobbiamo stare in guardia, non solo in questo momento, ma sempre.
Sono chiamate zoonosi tutte le malattie trasmissibili da animale a uomo e viceversa; alcune di queste sono gravi, molte rare, poco contagiose e quasi tutte praticamene curabili.
Dobbiamo sempre tenere a mente che normali precauzioni igieniche, quali lavarci spesso le mani, mantenere i nostri animali liberi da pulci e zecche, sverminarli regolarmente, tenere puliti i ricoveri e le lettiere dei gatti, farli controllare periodicamente dal veterinario etc., sono regole di base che vanno rispettate e che ci mettono al riparo dal rischio di molti spiacevoli imprevisti.
Evitare che prendano le pulci.
Anche se non trasmettono malattie, non si attaccano all’uomo e non rappresentano un pericolo per la nostra salute, le pulci degli animali sono molto fastidiose; in cuccioli e gattini le loro punture possono provocare una forte anemia che può rivelarsi particolarmente pericolosa; se ingerite possono trasmettere le Tenie a cani e gatti, che si insediano nell’intestino dei cuccioli, causando diarrea, dimagramento e debilitazione.

Figura 1: se dall’ano del nostro animale fuoriescono piccoli semini bianchi, simili a semi di sesamo e lunghi 2/3 millimetri, quelle sono le uova della tenia.
Se le pulci non si attaccano all’uomo, possono però pungerci, in genere alle caviglie e ai piedi, provocando fastidiose dermatiti allergiche ed eritemi. Lo stesso vale per la tenia, è praticamente impossibile che venga trasmessa all’uomo se osserviamo norme igieniche semplici e basilari.
La prevenzione è semplice e sicura: basta applicare un antipulci al nostro pet regolarmente, specialmente nei mesi più caldi. Spazzolarlo spesso, magari con il pettinino fitto. Spazzolare spesso e lavare ogni tanto i ricoveri, le cucce e tutti i posti dove dorme e, se li abbiamo, tappeti e moquette. Tenere sempre pulite le lettiere. Ricordiamoci che nella stagione estiva le pulci possono sopravvivere all’esterno in luoghi caldi e assolati, anche in assenza dell’animale ospite, è per questo ogni volta che il nostro animale esce di casa rischia di reinfettarsi.

Figura 2: se vediamo dei micro puntini marrone scuro sulla pelle del pet, quelle sono le feci delle pulci.
Anche se il gatto vive esclusivamente in casa, la profilassi antipulci va fatta lo stesso, anche se solo quando fa caldo, perché le pulci potrebbero annidarsi sotto le nostre scarpe, e arrivare così all’animale.
Ci sono anche altri vermi intestinali potenzialmente trasmissibili all’uomo, ma per evitare la trasmissione, peraltro rara, è sufficiente lavarsi spesso le mani ed evitare che le feci dell’animale entrino in contatto con la bocca.
La scabbia (o rogna) invece è una zoonosi che ci viene trasmessa da acari parassiti, può colpire cane e gatto, conigli, furetti e altri animali, (ma ce la possiamo prendere anche andando in piscina). I sintomi della scabbia nell’animale sono piuttosto semplici da identificare: un fortissimo prurito e la presenza di dermatite con scaglie cutanee, con aree in cui il pelo inizia a cadere. Solo se non curata in tempo e in modo adeguato, il continuo grattarsi può causare lesioni più o meno gravi della pelle che tendono a infettarsi.
Nell’uomo, il contagio è raro ma possibile, e i sintomi risultano più blandi perché gli acari resistono di meno sulla cute umana.
La tigna del cane e del gatto è invece una micosi e va trattata con cura e tempestività proprio a causa della facilità di contagio che la contraddistingue.
I sintomi più diffusi sono a livello cutaneo: la zona interesata viene colpita da alopecia e si formano delle chiazze rosse e senza pelo che causano prurito. In realtà è molto rara tra gli animali domestici nel nostro emisfero, quindi anche questa abbiamo più probabilità di prenderla in piscina che non dal nostro pet.
La leptosiprosi è una delle malattie più gravi trasmissibili dal cane (più raramente dal gatto) all’uomo ed è causata da un batterio che solitamente infetta i cani che bevono acqua contaminata. Se temiamo che il nostro cane sia a rischio, possiamo parlarne con il veterinario e decidere di vaccinarlo.
La rabbia è un’altra zoonosi molto pericolosa; anche se quasi scomparsa nel nostro Paese, è ancora presente nell’Est Europa. Ecco perché, aldilà dei motivi etici, è sconsigliabile acquistare cuccioli che provengono da allevamenti non controllati in Paesi di quell’area geografica. Non esistono cure per la rabbia, ma se viviamo in zone a rischio, è possibile far vaccinare i nostri cani.
Anche la leishmaniosi fa parte delle zoonosi. È causata dalla la puntura di pappatacio, un insetto infetto attivo dopo il tramonto. Il contagio avviene sempre e comunque attraverso una puntura di insetto e mai da animale a animale o da animale a uomo (il cane più che il gatto). Secondo l’OMS però: “solo una piccola parte dei soggetti infettati da parassiti di Leishmania alla fine svilupperà la malattia.” Posso far ammalare il mio cane portandolo a passeggio al tramonto vicino a una palude o posso ammalarmi io andando in canoa in un laghetto alla stessa ora….
Se è quindi imprescindibile prendere tutte le dovute precauzioni e attivare tutte le profilassi per evitare di essere contagiati, noi e i nostri pet, da queste gravi malattie, è anche vero che semplici norme igieniche di base ci tengono al riparo dal rischio di ammalarci. Ma non è altrettanto vero che qualunque attività umana pone dei rischi per la nostra salute? e allora che facciamo? Smettiamo di usare l’automobile per paura di un incidente o scegliamo di guidare con prudenza? Malediciamo il destino se l’auto ci abbandona all’improvviso o la facciamo revisionare regolarmente dal meccanico? Proprio perché i nostri animali non sono un oggetto di consumo, ancora più grande è la responsabilità che ci assumiamo nei loro confronti quando scegliamo di adottarne uno e non dimentichiamo che il loro benessere dipende in larga parte da come ci prendiamo cura di loro.
E allora, se in tempi di Coronavirus abbiamo un po’ più di tempo a disposizione per godere della loro compagnia, perché non approfittarne?
Ecco qui di seguito qualche suggerimento per migliorare e godere della convivenza con il nostro amico peloso:
- se abbiamo un po’ di tempo possiamo cucinare qualcosa di fresco per loro; è un piccolo gesto d’amore che fa bene alla loro salute e anche alle nostre tasche…
- forse è il momento di leggere un buon libro che ci aiuta a comprendere il meraviglioso mondo dei quattro zampe o un romanzo che li vede protagonisti…
- oppure proviamo a insegnare qualche nuovo gioco al nostro cane, lo terrà occupato e stimolerà la sua intelligenza. I più audaci possono anche avventurarsi, con molta cautela e pazienza, ad addestrare il proprio gatto. Il metodo del rinforzo positivo funziona sempre con tutti….
- E se abbiamo abilità manuali potremmo costruire una nuova cuccia per Fido, o un bel trespolo con tanto di tiragraffi per Fufi, o lavorare maglia una bella coperta per l’inverno….
- Ma sempre e comunque, non ci stanchiamo mai di osservare il loro mondo e di godere della loro impagabile compagnia!
In conclusione, quali sono le precauzioni più elementari da prendere per garantire al massimo la salute fisica del nostro pet e la nostra?
- Fare attenzione all’igiene nostra e dei nostri bambini, lavandoci spesso le mani.
- Tenere puliti i ricoveri, le cucce e le lettiere.
- Farlo visitare regolarmente dal veterinario, specialmente se notiamo cambiamenti repentini nel comportamento o nelle abitudini.
- Proteggerlo con antipulci e sverminarlo quando è necessario.
- Concordare un piano vaccinale con il veterinario.
S.C.