Il momento in cui scegliamo di condividere la nostra vita con il migliore amico dell’uomo ci troviamo di fronte alla necessità di dovergli trasmettere alcuni insegnamenti e capiremo presto che la comunicazione non è semplice, gli umani e il cane pensano e agiscono in modo differente.
Conviviamo con il cane da migliaia di anni, l’abbiamo addomesticato, abbiamo reso docile un animale originariamente dall’indole selvaggia, l’abbiamo educato e addestrato a svolgere compiti diversi; eppure come proprietari a volte ci troviamo in difficoltà nell’educare i nostri amici a quattro zampe, fatichiamo a stabilire delle regole chiare che possano comprendere e seguire.
Per imparare un metodo di comunicazione efficace fra noi e il nostro cane è necessario conoscere meglio le caratteristiche di questa specie che tanto amiamo e che da così lungo tempo ci è compagna fedele.
Il modo più naturale per capire il nostro cane è osservarlo; il cane, come noi, vive di relazioni all’interno di una comunità, siano il branco o la famiglia umana, poiché si tratta di un essere sociale. Il suo gruppo sociale è quindi composto da più soggetti, anche di specie diverse tra loro, che abitano un territorio definito, la sua casa, ma anche soggetti esterni con cui ha occasione di entrare in contatto.
È quindi importante che un cucciolo impari presto quale sia la sua posizione per poter diventare un adulto equilibrato, in grado di confrontarsi in maniera corretta con chi lo circonda, non solo con i suoi conoscenti diretti, ma anche con gli estranei, e sappia adattarsi senza stress a situazioni nuove e sconosciute.
Questo risultato è frutto di un lavoro educativo molto importante e strutturato, svolto prima dalla madre e poi dalle persone che decidono di prendersi cura di lui.
Insegnargli ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, quali sono i limiti e i pericoli del mondo esterno, di cosa fidarsi e cosa temere è responsabilità delle figure di riferimento, cioè noi umani che siamo chiamati a trasmettergli questi elementi fondamentali per la vita con pazienza e fermezza. Durante la crescita il cucciolo attraversa le note fasi di apprendimento e socializzazione, che seguono archi temporali ben precisi. È essenziale che in queste fasi il cane possa fare le necessarie esperienze, complete e positive, perché solo così avremo poi un cane adulto educato, capace di gestire le relazioni sociali, e di reazioni non ansiose né aggressive.
In breve le fasi sono divise nei seguenti momenti:
- Appena nato (da 0 a 14 giorni) il cucciolo è sordo e cieco, totalmente dipendente dalla madre, si muove solo strisciando e proprio la madre è l’unica base sicura a cui tornare sempre;
- A partire dalla 3°settimana apre gli occhi, inizia a scoprire il mondo e rafforza il legame con madre e fratelli. Qui ci troviamo in un’età sensibile detta periodo di transizione;
- Tra la 3° e la 7° settimana, quando è più autonomo e fiducioso, inizia a interagire con i propri simili nella la cosiddetta fase di socializzazione primaria;
- In seguito si ha la socializzazione secondaria con le altre specie e il mondo (dalla 7° alla 10°/12° settimana);
- Infine, dalla 12° settimana di vita e fino al raggiungimento della maturità sessuale (che arriva in momenti diversi a seconda delle caratteristiche psico-fisiche del singolo individuo e della razza cui appartiene), si parla di età giovanile, ponte verso il mondo adulto.
Le informazioni e gli insegnamenti ricevuti in ciascuno di questi periodi sono quelli che rimarranno costanti e duraturi nel tempo, perciò quanto più positive e varie saranno le esperienze vissute, minore il rischio di deprivazione e ignoranza sensoriale, emotiva e cognitiva del cane. Un animale carente di un solido bagaglio acquisito rischia di essere incapace di reagire in maniera equilibrata a stimoli di vario genere: dovrebbe aver imparato ad allontanarsi e a ritornare indietro nei momenti di esplorazione, a regolare il morso e l’eccitazione, a porsi in posizione di sottomissione, a sporcare lontano dalla tana, ad approcciare le situazioni e gli incontri senza timore e con sicurezza.
Diversamente, se il cane non ha acquisito le competenze necessarie, potrebbe ad esempio spaventarsi per un forte rumore e rispondere con un morso o con la fuga, oppure giocare con un altro cane fino a farsi male, o ancora entrare in casa di un amico e marcare il territorio… le situazioni e i comportamenti indesiderati che si potrebbero elencare sono di certo numerosi e sicuramente ogni proprietario potrebbe raccontare qualche episodio significativo a questo proposito. Infatti, condividendo la vita insieme al nostro amico a quattro zampe gli errori da entrambe le parti sono e saranno tanti, ma chissà anche quante le soddisfazioni!
Quando si ha a che fare con l’educazione di un cane , oltre alla sua storia individuale, altri aspetti di cui è importante tenere conto per crescerlo nel migliore dei modi e con buoni risultati sono la sua memoria di razza e le sue inclinazioni individuali. La componente genetica, infatti, svolge un ruolo rilevante nello sviluppo del comportamento, evidenziando alcuni tratti istintivi e distintivi del soggetto. Basti pensare alle enormi differenze fisiche e caratteriali tra un alano e un chihuahua, o tra un barboncino e un maremmano; o alle differenti reazioni che possiamo osservare di fronte a una preda tra un cane da caccia e uno da compagnia.Conoscere a fondo il nostro cane e saper gestire queste sue forme di espressione ci permetterà di avere maggior consapevolezza e, di conseguenza, sicurezza nel gestire la relazione con lui. Inoltre, saremo in grado dare pienamente voce alle sue esigenze e di renderlo più appagato nei suoi bisogni.
Il mio consiglio, quindi, se si volesse adottare un cane, è quello di cercare di informarsi il più possibile sulla sua storia e sulle sue origini, preoccupandoci di capire se e quanto sia stato insieme alla mamma e ai fratellini, quali siano le sue competenze e se si notino già degli atteggiamenti o delle inclinazioni di cui essere messi al corrente. In questo modo, senza inutili allarmismi, ma con consapevolezza, sarà possibile fin da subito impostare un percorso educativo che attraverso esperienze e attività stimolanti e formative possa aiutare il nostro nuovo amico a svilupparsi in maniera equilibrata e sana e costruire una relazione soddisfacente per entrambi.
di Arianna Gatto[i]
[i] Arianna Gatto è consulente per animali da compagnia e addestratrice cinofila. Ha studiato “allevamento e benessere animale” alla facoltà di veterinaria e ha frequentato i corsi di formazione professionale per diventare addestratore ENCI e operatore IAA (Interventi Assistiti con gli Animali).