gatto nero in primo piano

 

Nonostante la cattiva fama che li accompagna, i gatti neri sono animali socievoli e  affettuosi, e sicuramente non meritano la cattiva reputazione di portare sfortuna che li ha resi e ancora li rende vittime di pregiudizi e di persecuzioni.

Eppure, comunque la pensiate, le persone hanno sempre subito il fascino dei gatti neri, creature associate alla magia e al soprannaturale, nel bene e nel male.  Ma perché?

Anche se i meno adottati nelle case e i primi ad essere abbandonati, portati nei gattili o addirittura soppressi, i gatti neri prosperano e si trovano ovunque, soprattutto nei contesti urbani. Solo in Italia se ne contano almeno 2 milioni. Sembra che la loro prolificità dipenda dal fatto che i maschi neri sono gatti poco dominanti, dal carattere pacifico e poco incline ad entrare in competizione con altri maschi, ma che piuttosto preferiscono aspettare con pazienza la loro opportunità di accoppiarsi. Pare che abbiano adottato la strategia riproduttiva vincente!

Ma i gatti neri non sono solo associati alla cattiva sorte, né lo sono stati in passato.

Nell’antico Egitto i gatti erano adorati al punto che uccidere un gatto era punito come un crimine. La dea Bastet era raffigurata con il corpo di donna e la testa di gatto. A lei era dedicato un tempio a Bubastis (la città di Bastet) e il suo culto era associato a quello di Iside, dea della magia e della fertilità. I gatti neri, invisibili di notte e furtivi come ombre, erano perfetti per incarnare queste figure mitologiche. Verso la fine del IV secolo a.c. si smise di venerare i gatti in concomitanza con la messa al bando del culto della dea Bastet, ma la loro fortuna continuò grazie alla loro utilità come cacciatori di roditori e serpenti.

Ma allora, come è successo che i gatti neri siano passati dall’essere venerati come divinità ad essere temuti e addirittura odiati? E perché ancora oggi sono vittime di stupide superstizioni?

La persecuzione dei gatti neri ebbe inizio nel Medio Evo, quando la Chiesa cristiana si sforzava di eradicare le superstizioni e i culti pagani contrari alla nuova religione, facendo leva sull’ignoranza del popolo.

Il primo documento ufficiale che condanna i gatti neri come incarnazione di Satana e che da il via a una caccia spietata contro di loro è addirittura la Bolla Papale emessa da Papa Gregorio IX nel 1233 “Vox in Rama audita est” nella quale  si dichiara che i gatti neri sono animali adorati da sette eretiche, descrivendo nel dettaglio il rito satanico[1].

Nel 1484 poi, Papa Innocenzo VIII emise un’altra Bolla importante: “Summis Desiderantes” che diede inizio alla vera caccia alle streghe: per una donna  era sufficiente che si prendesse cura di un gatto nero per essere accusata di stregoneria. Tre anni dopo, nel 1487, lo stesso papa confermava il famigerato Tomàs de Torquemada Grande Inquisitore di Spagna, ed emise un’altra Bolla, il  “Malleus Malificarum”[2], una sorta di manuale pratico di caccia alle streghe. Nella bolla si elencavano tutti i tratti che identificavano una strega, tra cui la sua associazione con gatti neri: fu così che una quantità di esseri innocenti, soprattutto donne, la cui colpa era magari de essere sole  e non giovanissime, e gatti, colpevoli di avere il colore del manto sbagliato, furono torturati e uccisi senza pietà.  

 

Ma da dove si origina questo odio implacabile (e questa paura) per i gatti, specialmente quelli neri?

I gatti sono animali schivi e cauti che si muovono agilmente di notte e, in particolare quelli neri, possono spuntare dal nulla. I loro occchi sono grandi e magnetici, il modo in cui brillano al buio e la capacità di restringere le pupille a sottili fessure quando la luce è intensa possono essere inquitetanti. Soprattutto il riflesso luminoso emesso al buio faceva credere  che fossero posseduti dal demonio, non sapendo che questo fenomeno è dovuto alla presenza del “tapetum lucidum” nella retina, uno speciale strato di cellule la cui funzione è di riflettere e amplificare  la luce non assorbita dalla retina stessa. La loro capacità di muoversi al buio è inoltre avvantaggiata dall’udito acuto e la sensibilità delle vibrisse.

Oltre all’ignoranza, la morale rigida e bigotta dell’epoca stigmatizzava i rituali di accoppiamento dei felini che, troppo rumorosi, aggressivi e promiscui, erano visti come prova conclusiva che i gatti fossero l’incarnazione di Satana. Bisogna aggiungere che il colore nero è sempre stato associato al mondo dell’occulto, le forze oscure del male e i demoni infernali.

Così la superstizione  trovò terreno fertile. Basti ricordare che secondo unacredenza, era sufficiente seppellire un gatto vivo (di qualunque colore)  sotto la porta di casa per garantire la solidità dell’edificio[3]! Ma, tra fatti e leggende, i miti riguardanti i gatti sono  sono vari e diversi.

Nella Roma antica il loro apprezzamento è un po’ controverso: secondo alcuni, i gatti neri erano portatori di buona sorte e quando ne moriva uno  veniva cremato e le sue ceneri  sparse nei campi per impedire la crescita delle erbe infestanti e favorire un buon raccolto. Secondo altre fonti  però  i gatti neri erano dotati di potere satanico a causa del fatto che potevano sbucare improvvisamente dal buio e, poichè rimanevano impietriti davanti alla luce di una carrozza, spaventavano i cavalli rischiando di causare incidenti.

Un’altra legenda racconta che i pirati Ottomani, che erano musulmani, e noi sappiamo  quanto Maometto amasse i gatti, ne tenessero alcuni neri sulle loro navi, per dare la caccia ai topi nelle stive.  Spesso le navi attraccavano nei porti delle città di notte, aspettando l’alba per sbarcare e saccheggiarle; ma i gatti, curiosi e  inquieti, spesso scendevano dalla nave e si mettevano a girare per la città. Quando gli abitanti avvistavano uno di questi gatti  lo associavano immediatamente all’arrivo dei pirati!

Ci sono però, e per fortuna, alcuni esempi di casi in cui i gatti neri erano  amati e coccolati.

Nella Francia del sud e in Inghilterra i pescatori tenevano dei gatti a bordo delle barche per dare la caccia ai topi, e neri perchè meno visibili. Le loro mogli a casa tenevano un gatto nero con funzione di Matagot[4], per garantire il ritorno a casa dei mariti.

In Cornovaglia e nel Galles sopravvive la credenza che i gatti neri portino fortuna alle donne nubili e le aiutino a trovare marito.

Eppure, ancora oggi, l’ignoranza o la semplice crudeltà verso gli animali, rendono la vita dei gatti neri piuttosto dura. Ogni anno molti gatti neri sono uccisi e torturati senza pietà con picchi durante la festa di Halloween. Allo scopo di promuovere la consapevolezza e l’apprezzamento per questi poveri animali ingiustamente accusati, molti Paesi hanno istituito il “Black Cat Day”. In questo giorno speciale a loro dedicato, molte associazioni animaliste promuovono la loro adozione e creano eventi per farli accettare senza pregiudizi. I primi a promuovere questa iniziativa sono stati gli Anglosassoni, storici amanti dei gatti, ma anche noi in Italia abbiamo istituito il “Gatto Nero Day” che si celebra ogni anno il 17 Novembre[5].

Comunque sia, c’è sempre la possibilità di esorcizzare la paura dei gatti neri, come fanno gli abitanti di Ypres, in Belgio. Qui ogni anno si celebra il Festival dei Gatti o Kattenstoet, una sfilata in costume che ricorda quando nel medio evo si bruciavano le streghe sui roghi e i gatti venivano gettati dalla torre campanaria. Oggi tutto ha assunto un valore simbolico molto colorato e animato che culmina con il rogo finale di fantocci rappresentanti streghe e gatti!

Così gli abitanti di Ypres hanno esorcizzato in modo intelligente e creativo una stupida e infondata paura trasformandola in una grande festa collettiva e anche… un bel business!

 

I gatti, neri o di qualunque altro colore, sono animali meravigliosi e, come recita il proverbio:

I gatti sono come la musica, è inutile cercare di spiegarne il valore a coloro che non li capiscono”.

S. C.


[1] “…Per quandam statuam, que in scholis huiusmodi esse solet descendit retrorsum ad modum canis mediocris gattus niger retorta cauda quem a posterioribus primo novitius, post magister, deinde singuli per ordinem osculantur, qui tamen digni sunt et perfecti  imperfecti vero, qui se dignos non reputant, pacem recipiunt a magistro, et tunc singulis per loca sua positis, dictisque carminibus, ac versus gattum capitibus inclinatis:”parce nobis”, dicit magister.”

[2] In italiano “Il martello delle streghe”. Il  Malleus fu usato come manuale per la persecuzione delle streghe, nel quale si indicavano le prove di colpevolezza: una voglia sulla pelle, un disturbo mentale, o la coltivazione di erbe medicinali, o la semplice delazione di qualcuno (spesso fatta dietro compenso economico) per essere riconosciute colpevoli.

[3] Molti gatti infatti furono sepolti vivi sotto la Christ Church a Oxford o sotto la Torre di Londra.

[4] Letteralmente in francese: “gatto magico” portatore di buona fortuna e denaro. (https://en.wikipedia.org/wiki/Matagot)

[5] La scelta della data non è casuale: novembre è tradizionalmente il mese dedicato ai defunti e da noi il numero 17….