I gatti sono animali sociali solitari e territoriali. Definire un animale “sociale solitario” sembra un ossimoro, in realtà significa che i gatti instaurano importanti relazioni sociali e affettive con i conspecifici e con altre specie (ad esempio noi umani, i cani, etc.), mentre alcune attività fondamentali, come la predazione e la difesa del territorio, sono svolte in solitario. I gatti hanno un forte senso del proprio territorio che difendono ferocemente, ma che in caso di abbondanza di risorse[1], come per i gatti di casa, può essere condiviso.
Anche se la sua capacità di comunicare sembra essere meno immediata rispetto ad esempio al cane, animale che vive in branco e a contatto con l’uomo da molto più tempo, in realtà il gatto è capace di esprimere una varietà di stati d’animo e intenzioni che gli permettono di stabilire rapporti, gerarchie variabili e di evitare scontri cruenti.
Purtroppo la natura solitaria del gatto, animale poco incline a fidarsi e affidarsi ad altri esseri, fa sì che tenda a nascondere segni di disagio o malessere fisico che potrebbero “tradire” la sua condizione di debolezza. Dobbiamo essere molto attenti per accorgerci dei segnali che il nostro gatto ci invia e capire quando sta male o soffre fisicamente, prima che la situazione degeneri. Cambi repentini e apparentemente immotivati di umore e di abitudini non vanno mai sottovalutati, perché il gatto a suo modo ci sta dicendo qualcosa che noi, con pazienza e intuito, dobbiamo interpretare.
Possiamo definire la comunicazione come un processo che avviene fra due soggetti: c’è un soggetto che invia un segnale codificato, ovvero condiviso, a un altro che lo comprende e al quale “risponde”. I segnali possono essere visivi, uditivi, olfattivi, tattili, o una combinazione di alcuni di questi.
La comunicazione vocale/uditiva è utilizzata quando gli animali sono separati da grandi distanze o in assenza di luce. I felini posseggono un linguaggio sonoro articolato e ricco di una varietà di vocalizzazioni diverse. I ricercatori hanno identificato almeno sei richiami base: il miagolio, il soffio, lo sputo, le fusa, il brontolio e l’urlo; ma il gatto è capace di esprimere una quantità pressoché infinita di “variazioni sul tema” capaci di esprimere stati d’animo diversi come soddisfazione, preoccupazione, paura, eccitazione, rabbia e così via. Se consideriamo le razze, possiamo generalizzare dicendo che le razze asiatiche e a pelo corto sono più loquaci di quelle a pelo lungo.
Vediamo nel dettaglio come si esprime un gatto, e cosa vuole dire:
SUONO
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CAMBIO DI TONO |
DESCRIZIONE |
FUNZIONE |
Mormorio | Variabile | Ritmico, in espirazione | Incoraggia interazione sociale. non minaccioso |
Ringhio | No | Tono basso; prolungato | Aggressivo e minaccioso |
Urlo stridulo | No | Tono alto; stridulo | Richiesta di cibo, della femmina dopo l’accoppiamento |
Soffio | No | Bocca aperta, denti visibili | Aggressione offensiva/difensiva per evitare lo scontro diretto |
Sputo | No | Suono breve associato con il soffio (prima o dopo) | Aggressione difensiva |
Chiacchiericcio | Crescente | Tenue | Precede l’interazione sociale o la predazione in eccitazione o frustrazione |
Trillo | Crescente | Breve | Indica approccio; invito al contatto sociale |
Miagolio | Variabile | Tono alto; durata breve/media | Invito al contatto sociale |
Miagolio lamentoso | Calante | Tono basso, prolungato | Invito al contatto sociale; prima di vomitare |
Ululo | Crescente | Lungo | Aggressione |
Richiamo (femmina) | Variabile | Monotono; ripetitivo | Informare il maschio che è pronta all’accoppiamento |
Richiamo (maschio) | Variabile | Breve; ripetitivo | Informare la femmina che è pronto all’accoppiamento |
Fusa [2] | No | Emesse continuamente sia nell’inspirazione che nell’espirazione | Madre e cuccioli nell’allattamento; indica stato di benessere, ma anche di sofferenza e ansia. |
Se andiamo ad analizzare le molte vocalizzazioni di cui è capace un gatto, ci accorgiamo che la comunicazione verbale intraspecie è circoscritta ad alcune situazioni ben precise: il miagolio del lattante per attirare la madre quando ha fame o freddo e, dopo le 4 settimane, per richiamare i fratelli [3]. Da adulto il gatto in natura utilizza i suoni per comunicare al buio e nelle lunghe distanze, dove la comunicazione visiva è impossibile e quella olfattiva non affidabile. Le vocalizzazioni nei gatti adulti liberi sono piuttosto rare. Suoni minacciosi sono usati per spaventare l’avversario in un conflitto, associati a postura aggressiva. Altri suoni servono a richiamare il/la partner quando si è pronti per l’accoppiamento. Ma qui ci fermiamo, praticamente.
Per il nostro gatto di casa il discorso è molto diverso, perché impara a comunicare con noi rispondendo alla nostra voce e ai nostri richiami e con i suoi miagolii è in grado di dirci se ha fame, se vuole attenzione, se vuole uscire, se è arrabbiato e così via. Allo stesso modo è perfettamente in grado di capire quando lo stiamo chiamando, se lo rimproveriamo o lo elogiamo, riconosce il suo nome e quello degli altri gatti del suo gruppo sociale; se non ci risponde o non ubbidisce a una richiesta è solo perché non ha voglia di farlo.
Un piccolo stratagemma che utilizzo per comunicare verbalmente con i miei gatti è di usare un tono che dia per scontato che mi stiano capendo. Il messaggio che invio è: “ti sto dicendo questo e so che mi capisci perfettamente”, è difficile anche per un gatto smentire una certezza così incrollabile!
Alcuni gatti, soprattutto quelli di razza orientale a pelo corto, sono molto più “loquaci” di altri, e tendono a comunicarci tutti i loro stati d’animo con suoni lunghi e articolati. Altri sono più silenziosi e miagolano solo per comunicare quando è assolutamente necessario.
Osservando i miei gatti di casa vedo alcuni sono dei veri chiacchieroni, in particolare Tito ama fare lunghe conversazioni con noi umani e con gli altri gatti. Ned invece, quando arrivò da noi, già adulto e con un trascorso traumatico, non miagolava mai; capimmo che non era muto solo perché una volta che era rimasto incastrato in un vasistas cacciò un urlo disperato per essere liberato. Solo dopo un paio d’anni di convivenza con noi ha cominciato a miagolare debolmente e ancora oggi è estremamente silenzioso, solo quando è fuori in giardino, o se sente il profumo di un cibo particolarmente geadito, diventa loquace. Osservando anche altri segnali di disagio, siamo riusciti a risalire alle cause del suo mutismo, ma questa è un’altra storia.
Il gatto riconosce la nostra voce e dal tono che usiamo capisce se lo stiamo chiamando o gli diciamo che è pronta la pappa. Insomma, ogni diade umano/gatto sviluppa una lingua privata per comunicare e noi capiamo se il nostro gatto ci sta salutando quando rientriamo a casa dopo ore di assenza, se ci sveglia per dirci che è ora di dargli da mangiare o se ci chiede di uscire. Anche se molti versi dei gatti si assomigliano, spesso noi e solo noi siamo in grado di capire con esattezza cosa ci sta dicendo il nostro gatto quando miagola.
La comunicazione visiva è utilizzata quando i due soggetti sono in grado di vedersi. Il gatto usa tutte le parti del proprio corpo per inviare una serie di messaggi, alcuni di questi sono chiari e inequivocabili, come quando si esibisce in una vistosa piloerezione e inarca il dorso per apparire più grosso e minaccioso so di scontro. Altri atteggiamenti vanno interpretati tenendo presente il contesto e se sono associati ad altri segnali. Un gatto sdraiato pancia all’aria che espone le parti più vulnerabili ci sta dicendo che si fida di noi ed è rilassato, oppure davanti a un gatto più forte sta manifestando sottomissione, oppure è pronto ad attaccare. Se vediamo due gattini che giocano lottando e uno di loro si butta in terra pancia all’aria, vuol dire che è quello più debole? O non forse che si sta allenando a difendersi da un predatore? Un gatto accucciato sulle zampe con la testa in avanti comunica un disagio fisico, o forse è depresso. Il nostro gatto si toletta beato sul ramo di un albero mentre un cane inferocito gli abbaia da sotto: è davvero così sicuro di sé o non sta forse cercando di ingannare il cane e darsi conforto allo stesso tempo? Il gatto è maestro nell’arte della mistificazione, e spetta a noi districarci fra i segnali contraddittori che a volte ci manda, ma ce ne sono alcuni il cui significato è assolutamente inequivocabile.
La tenera abitudine di appoggiare la testa o il corpo con una certa energia addosso a noi o fra di loro e dare dei colpetti ripetuti è detta in inglese “cat bunting”. Purtroppo questa espressione stupenda non trova un corrispettivo adeguato in italiano, ma sta ad indicare la dimostrazione di grande affetto che intercorre tra i due soggetti, un atteggiamento infantile che si mantiene nell’età adulta e che sta fra la carezza e il gioco.

Due gatti che si esibiscono nel “cat bunting”
Posizioni del corpo che indicano Aggressività (A) e B (Timore) da 0 a 3. Da A0B0: gatto (rilassato e non aggressivo a A3B3: gatto estremamente aggressivo/difensivo Leyhausen 1975, mod.)
Le orecchie. Quante cose è in grado di dirci il nostro gatto solo con la posizione delle orecchie: quando le orecchie sono belle dritte significa che è attento e concentrato su uno stimolo sonoro; orecchie leggermente flesse sono indice di un gatto che non è concentrato su alcuno stimolo, ma che potrebbe attivarsi all’istante, in questo caso il gatto è rilassato, non coinvolto in qualsiasi interazione con l’ambiente; orecchie girate lateralmente non vanno sottovalutate perché indicano un aumento dell’aggressività passiva o dell’attività offensiva e l’affermazione della sua presenza; invece le orecchie ruotate verso il basso e lateralmente sono associate a segnali difensivi o di sottomissione. Massima allerta quando le orecchie sono completamente abbassate e spostate all’indietro, in modo che il condotto uditivo esterno sia completamente invisibile, mentre il padiglione è appiattito contro la testa, perché indicano un comportamento decisamente offensivo e la possibilità concreta di aggressione dettata da paura estrema[4].
Linguaggio delle orecchie

da sinistra: Felice, Arrabbiato, Spaventato, Rilassato, Soddisfatto
La coda. La coda del gatto, oltre ad essere un importante organo di equilibrio, è utilizzata per comunicare una serie di stati d’animo che vanno dalla felicità alla aggressività, alla paura, alla predisposizione all’accoppiamento.
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Coda dritta: “Salve!!” |
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Coda dritta e fremente: “Sono strafelice di vederti!” |
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Coda dritta, punta appena piegata: “Siamo amici” |
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Coda orizzontale: “Sto osservando qualcosa” |
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Punta della coda che spazza: “Attenzione, sto cominciando a irritarmi” |
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Coda fra le gambe: “Non mi sento tranquillo” |
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Coda bassa e arruffata: “Sono spaventato” |
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Coda dritta e peli dritti: “Massima allerta, sono terribilmente arrabbiato” |
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Coda bassa laterale: “Sono pronta ad accoppiarmi” |
Queste le posizioni quando è in piedi, poi ci sono quelle quando è seduto, o sdraiato…
Sdraiato con zampe rilassate e coda attorno al corpo: “Sto bene”
Completamente appiattito sul dorso: “Sono rilassatissimo!”
La Zerlina sul letto
Perché ai gatti non piace essere fissati direttamente negli occhi? Uno sguardo diretto per i gatti è manifestazione di sfida o di minaccia, ed è esibito da gatti sicuri di sé e di rango superiore. I gatti di rango inferiore se vengono fissati di solito rispondono con la fuga[5].
Nelle situazioni di paura e in quelle di tipo agonistico, oltre la posizione del corpo, e la piloerezione, l’atteggiamento aggressivo è comunicato dalle dimensioni e dalla forma assunte dalla pupilla, dalla direzione dello sguardo e dal grado di apertura delle palpebre: pupille rotonde sono associate a paura, pupille ovali ad aggressività, e gli occhi tenuti socchiusi a uno stato di rilassamento. Il nostro gatto adora essere guardato con gli occhi socchiusi, perché in quel momento gli stiamo comunicando che va tutto bene, che lo amiamo e che può fidarsi di noi. In queste situazioni di affiatamento e affettività non è raro che il nostro amico cominci a fare le fusa.
La comunicazione olfattiva.
L’olfatto è il senso più utilizzato dai gatti per comunicare fra di loro e, immaginando che il nostro sia altrettanto sviluppato, con noi umani. I gattini alla nascita percepiscono il mondo esterno, riconoscono la madre e individuano il capezzolo dove attaccarsi attraverso l’olfatto. Se il nostro gatto maschio intero marca il territorio con l’urina, questa equivale a una lettera di presentazione lasciata in giro per inviare informazioni sia alle femmine del circondario, sia agli altri maschi, potenziali rivali in amore. L’odore inconfondibile e persistente dell’urina, destinato a raggiungere altri gatti separati sia spazialmente che temporalmente, dice se si tratta di un maschio o di una femmina, di che età, se è in buona salute o malato, se è disponibile all’accoppiamento; ma soprattutto afferma che quel territorio è suo. Il gatto che riceve il messaggio di conseguenza può regolarsi su come comportarsi. I gatti di un gruppo sociale si riconoscono grazie a un odore condiviso e allontanano gli intrusi che non abbiano il loro stesso odore. Quando il nostro gatto ci si strofina addosso sta comunicando con noi attraverso il contatto, ma ci sta anche lasciando un’impronta del suo odore per rafforzare il legame che ci unisce.
Quante volte assistiamo alla delicata scena di due nostri gatti che, incrociandosi, si avvicinano con le code dritte, si toccano, si scambiano qualche effusione, e poi magari ognuno continua per la sua strada, in questi casi i nostri amici comunicano visivamente la loro disponibilità al contatto sociale con la posizione della coda, il contatto fisico è una manifestazione di attaccamento, e lo scambio di odori secreti dalle ghiandole esocrine serve a rafforzare il senso di appartenenza allo stesso gruppo sociale.
Le ghiandole esocrine sono evidenziate in rosso
Osservando dove sono localizzate le ghiandole esocrine, ci rendiamo conto che i comportamenti sociali del gatto sono connessi alla volontà di rilasciare i feromoni nel punto desiderato. Capiamo anche perché il nostro gatto in genere non ama essere accarezzato in queste parti del corpo particolarmente delicate e sensibili.
E quando il nostro gatto lascia, ahimè, le feci in giro per casa, cosa ci sta comunicando?
Qui il messaggio è inequivocabile: “Sono veramente, veramente arrabbiato e te lo voglio far capire senza ombra di dubbio!”
“Pochi animali riescono a dimostrare il proprio umore attraverso le espressioni in modo tanto caratteristico quanto i gatti”. [Konrad Lorenz]
S. C.
[1] Per risorse intendiamo accesso all’acqua, al cibo, riparo dalle intemperie e dai predatori.
[2] In realtà le fusa non sono un suono vero e proprio, ma una vibrazione, infatti il gatto è in grado di fare le fusa ed emettere un altro suono contemporaneamente.
[3] Sulla comunicazione uditiva del gatto: Dennis C. Turner and Patrick Bateson: The Domestic Cat The Biology of its Behaviour – Cambridge University Press, 2015
[4] Vedi: Beaver, 1992; Berteselli et al., 2008 https://www.thecut.com/2015/04/your-cat-is-trying-to-talk-to-you.html
[5] Overall, 1997