I problemi legati a comportamenti aggressivi del gatto sono la seconda causa di abbandono dei nostri animali domestici (cani e gatti) dopo l’eliminazione inappropriata.
Parlando di gatti, un certo grado di aggressività è normale in un predatore con un forte senso della territorialità, ma dobbiamo capire quando questo comportamento assume proporzioni patologiche che rendono la convivenza difficile o addirittura intollerabile. Infatti il gatto può indirizzare la propria aggressività verso cospecifici, animali di altre specie o noi umani.
Se l’aggressività si manifesta in un cucciolo appena arrivato a casa, dobbiamo pensare che sia conseguenza della mancata socializzazione nel periodo critico o dovuto a qualche trauma subito prima di arrivare. In questo caso sarà necessario armarsi di infinita pazienza per dare il tempo al gattino di ambientarsi, anche se forse dovremo arrenderci alla prospettiva di avere un gatto che anche in età adulta rimarrà di carattere schivo, timoroso e poco espansivo.
Se invece il comportamento insolitamente aggressivo si manifesta in un gatto precedentemente tranquillo, è importante determinare quali sono le cause che hanno provocato il cambiamento. Gli eventi esterni che potrebbero aver alterato l’equilibrio del nostro gatto sono i più svariati: l’arrivo di un nuovo animale o di una persona, la nascita di un bambino o, al contrario, l’allontanamento di un animale con cui il nostro gatto aveva un legame affettivo, la partenza di un componente del nucleo famigliare, il trasloco a una nuova casa, sono solo alcuni tra gli infiniti sconvolgimenti nella routine del nostro gatto che possono generare uno stato di ansia che può manifestarsi con comportamenti aggressivi. I gatti più sensibili poi, possono vivere come un trauma anche la presenza invadente di estranei in casa, ospiti o operai che fanno rumore, portano nuovi odori poco rassicuranti, etc. Questa attenta osservazione del contesto e l’individuazione di una causa “esterna” ci permette di escludere una causa organica e quindi organizzare un piano per ripristinare la pace in casa.
Ma se, nonostante le indagini attente, non riusciamo a identificare un fattore esterno che possa giustificare l’insorgenza del comportamento aggressivo, allora dobbiamo ipotizzare che il nostro gatto soffra di una qualche patologia. Le patologie che possono colpire il nostro gatto sono tantissime, alcune dolorose, come l’artrite, problemi alla bocca (peraltro molto diffusi tra i gatti, anche giovani, e spesso sottovalutati), ipertiroidismo e molte altre; alcune patologie investono la sfera cognitiva, come la demenza senile, se il gatto è molto anziano. Se abbiamo il dubbio che il nostro gatto si comporti in modo aggressivo, la prima cosa da fare è portarlo dal veterinario di fiducia per una visita di controllo e cercare di essere il più dettagliati possibile su quando ha cominciato a manifestare comportamenti aggressivi, verso chi, se è entrato in contatto con altri gatti, in quali occasioni si scatenano le crisi e tutto quello che potrebbe essere di aiuto a individuare il problema.
Ma come si manifesta l’aggressività nel nostro gatto?
Come abbiamo già visto, alcune forme di aggressività, per quanto indesiderate, possono essere considerate del tutto normali in un gatto, come ad esempio
l’Aggressività territoriale
I gatti sono animali molto territoriali e difendono il loro territorio con ogni mezzo a disposizione.
Vediamo qui come è strutturato il territorio di un gatto libero di muoversi. L’ambito di territorio domestico o nido è un’area limitata e invalicabile per gli estranei; per il nostro gatto è la casa, è dove mangia, dorme, dove si sente al riparo dalle intemperie e dai pericoli (non dimentichiamo che il gatto è predatore di piccoli animali, ma anche potenziale vittima di predatori più grandi).
Questo territorio è condiviso con i gatti appartenenti allo stesso gruppo (o colonia, nel caso di gatti di strada). Poiché, come sappiamo, il gruppo si identifica in un odore condiviso, l’arrivo di un nuovo gatto, o anche il rientro di un gatto del gruppo che ha trascorso un periodo lontano da casa, per motivi di salute o altro, può creare problemi di accettazione fino a quando non si ristabilisce l’odore comune. Questo territorio è difeso con ogni mezzo sia dai maschi sia dalle femmine, e tentativi di intrusione vengono contrastati con evidenti atteggiamenti aggressivi che occasionalmente possono degenerare in scontri fisici anche cruenti.
Ma ogni gatto, anche se ben nutrito e coccolato, mantiene un forte istinto di predatore e ha bisogno di esplorare il territorio che va oltre il nido. Questo territorio non è ad uso esclusivo del nostro gatto e viene condiviso con altri gatti o cani tramite una serie di segnali olfattivi e visivi molto complessi che limitano la possibilità di incontri/scontri.
Aggressività fra maschi
Due maschi adulti non sterilizzati possono arrivare a contendersi la stessa femmina, quando questa è in calore e disposta all’accoppiamento, e soprattutto quando le femmine a disposizione scarseggiano.
Gli scontri arrivano ad essere molto violenti e a volte le ferite che ne conseguono possono provocare infezioni o traumi anche gravi. Per evitare che il maschio sviluppi comportamenti aggressivi difficili da correggere è importante sterilizzarlo prima che raggiunga la maturità sessuale.
Aggressività etero diretta
Immagino che sarà capitato a tutti gli amanti dei gatti volenterosi ma poco esperti di beccarsi un bel graffio apparentemente senza motivo. Quando il nostro micio è arrabbiato con un altro gatto, o sta litigando, o è semplicemente spaventato, sta vivendo uno stato di frustrazione e di rabbia pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Il gatto potrebbe aver litigato con un soggetto più forte e prepotente che ha avuto la meglio su di lui, ed ecco che all’improvviso e apparentemente senza motivo si rivolta contro il cucciolo di casa e lo malmena. Oppure due gatti stanno litigando furiosamente e noi incautamente proviamo a separarli cercando di prendere il nostro beneamato che inaspettatamente ci si rivolta contro e ci graffia a sangue.
Lo stesso può accadere se il nostro gatto è molto spaventato da qualcosa e talmente pronto a difendersi che quando ci avviciniamo e proviamo a prenderlo non ci riconosce e ci aggredisce fisicamente. In realtà non dobbiamo prenderlo come un attacco rivolto a noi, in quel momento l’istinto ad attaccare e difendersi è talmente dirompente che viene diretto al primo soggetto che gli capita a tiro. È come quando qualcuno è preso da una furia cieca e colpisce senza badare a chi è la vittima. È il classico caso di aggressività ridiretta senza che l’oggetto della sua rabbia abbia una qualsiasi colpa. Rassegnamoci, una volta che si sarà calmato, il nostro gatto non avrà memoria di quanto accaduto e soprattutto non proverà sensi di colpa, sarebbe inutile e controproducente punirlo per quello che ha fatto o serbargli rancore.
Possiamo però imparare a separare due gatti che litigano senza rimanerne coinvolti. Prima di tutto assicuriamoci che i due contendenti abbiano entrambi una via di fuga a disposizione. Poi possiamo provare a produrre un rumore forte e improvviso, tipo un battito di mani deciso; se questo non bastasse, il rimedio infallibile è armarsi di uno spruzzino e spruzzarli con un po’ di acqua sul muso, questo espediente funziona sempre. Una volta che siamo riusciti a separarli lasciamoli stare da soli fino a quando si saranno calmati.
Se fino qui abbiamo parlato di una aggressività normale in un gatto, con cause ben identificabili, ci sono manifestazioni di aggressività che però sono meno naturali e che andrebbero osservate da vicino e comprese.
Aggressività quando gioca
Un gattino quando è cucciolo ha bisogno di giocare mimando l’agguato alla preda e la presa. Nel gioco impara anche a difendersi dagli attacchi di altri animali predatori. Se non ha la fortuna di vivere con altri coetanei il gattino vorrà giocare con noi, fino a graffiarci la mano che per lui rappresenta la preda. Dobbiamo assolutamente evitare che il gattino si comporti in questo modo fin da quando è piccolo, perché tenderà a mantenere lo stesso comportamento anche da adulto, ma graffi e morsi di un gatto adulto possono essere molto dolorosi!
Onde evitare che prenda questo brutto vizio dobbiamo creargli un ambiente ricco e stimolante. Abituarlo a giocare con i suoi giochi, lanciargli la pallina o un pezzetto di carta appallottolato che produce un rumore divertentissimo, impegnarlo con la classica preda appesa a un filo alla fine di una bacchetta. Mettiamogli a disposizione giochi di ogni forma e dimensione, nascondigli, spazi verticali su cui arrampicarsi etc. Ma soprattutto dobbiamo evitare di stare al suo gioco quando comincia a graffiare o mordere la mano; in questo caso bisogna interrompere immediatamente l’interazione rimanendo immobili ed emettendo un suono di dolore fino a quando Micio non è più motivato a continuare il gioco e lascia andare. Non bisogna assolutamente sgridarlo, né tantomeno picchiarlo (non ci stancheremo mai di ripeterlo) o, peggio ancora, cercare di ritrarre la mano velocemente, perché in questo caso sarebbe ancora più stimolato a rafforzare la presa scambiando il gesto per una continuazione del gioco.
Raramente alcuni gatti cercano di afferrarci alle caviglie come fossimo una preda, ma questo non è affatto normale e se questo avviene è utile domandarsi perché lo fa e come possiamo inibire questo comportamento. Anche in questo caso dobbiamo abituarlo a dirigere il proprio istinto predatorio verso altri oggetti, dobbiamo tenerlo impegnato, evitare che si annoi e ci veda come una potenziale preda. Se succede, dobbiamo fermarci immediatamente e cercare di allontanarlo con fermezza ma senza aggredirlo. Facciamogli capire che ci sta facendo male e che questo gioco non ci piace. Solo quando si sarà calmato possiamo provare ad accarezzarlo e fargli le coccole.
Aggressività quando lo accarezziamo
Può accadere che il nostro gatto non sopporti di essere toccato, o al contrario, che ami farsi accarezzare, ma che all’improvviso si rivolti infuriato aggredendo la mano o scappando. Questo potrebbe dipendere da una eccessiva sensibilità della pelle, detta iperestesia, causata da una patologia, da pelle irritata e così via. In questo caso è opportuno rivolgersi a un veterinario per capire le cause e, se possibile, curarle. Se il gatto cerca le coccole, ci si struscia, ma poi al tentativo di contatto si rivolta contro e soffia, potrebbe aver subito un trauma di cui non siamo a conoscenza, essere stato picchiato da qualcuno di cui si fidava, oppure, non essendo stato abituato al contatto con noi umani nel periodo “sensibile” potrebbe non arrivare a fidarsi mai di noi fino al punto di farsi accarezzare.
In questi casi è molto difficile conquistare la fiducia di Micio e potrebbe non accettare mai un contatto fisico stretto. Possiamo però provare ad accarezzarlo con una spazzola molto morbida posta alla fine di una bacchetta quando è molto rilassato e sta sonnecchiando, mai quando è in attività, e fermandoci non appena vediamo i primi segni di fastidio; non bisogna mai superare la soglia di tolleranza, perché vanificheremmo i progressi fatti. Limitiamoci ad accarezzarlo nei punti dove è più probabile che gli faccia piacere, ovvero sopra la testa, sotto il mento e dietro le orecchie. Questo consiglio vale in generale, perché è molto difficile che il nostro gatto ami essere toccato, e tanto meno accarezzato, in altre parti del corpo, mentre ci sono aree sensibili che sono decisamente off limits.
Quando si sarà abituato alla spazzola, allora possiamo cautamente e molto gradatamente tentare un approccio diretto con la mano, sempre mantenendo le accortezze già indicate.
Altre volte invece, non ci rendiamo conto che il nostro gatto, anche il più coccolone, ha un limite di tolleranza al contatto fisico, e dobbiamo prestare attenzione ai segnali che ci manda. Se smette di fare le fusa dopo un po’ che lo accarezziamo, se comincia ad agitare la punta della coda o cerca di sottrarsi al contatto significa che è ora di smettere e lasciarlo tranquillo; se poi questi segnali non bastano, allora ci dirà in modo inequivocabile che si è stufato graffiandoci o soffiando. In questi casi non dobbiamo pensare che Micio sia arrabbiato con noi, né sgridarlo, né corrergli dietro cercando una “riappacificazione” di cui non sente assolutamente il bisogno. Basta osservare due gatti amici che si fanno le coccole come due innamorati e all’improvviso la sessione si trasforma in uno scontro furioso, i due gatti si allontanano l’uno dall’altro soffiando e strillando; tranquilli, non è successo niente di grave, a suo tempo saranno di nuovo lì a scambiarsi effusioni.
Ogni essere comunica a modo suo e così come fa il nostro gatto con noi, anche noi possiamo imparare il linguaggio felino per evitare fraintendimenti e conflitti.
S.C.