Il microchip per animali d’affezione è un minuscolo dispositivo elettronico che può essere impiantato sottocute nel nostro animale da un veterinario con un piccolo intervento chirurgico praticamente indolore (simile a una semplice iniezione) e dal costo contenuto (circa 50 euro). Stiamo parlando di un apparecchietto delle dimensioni di un chicco di riso, che non provoca fastidio all’animale ed è totalmente innocuo.
Come sappiamo il microchip è già obbligatorio per i cani e, in alcune regioni (Lombardia), anche per i gatti, e comunque obbligatorio se vogliamo viaggiare all’estero con il nostro gatto.
Con l’inserimento del microchip di fatto noi creiamo una “carta d’identità” del nostro gatto, perchè la lettura del microchip permette di risalire al “proprietario” dell’animale in caso di smarrimento, furto, o controversie su chi sia il legittimo custode dell’animale.
Non solo, il microchip contiene anche importanti informazioni sulla salute del nostro gatto (vaccini eseguiti, ecc.). In pratica questo piccolo dispositivo contiene un codice univoco con i dati del proprietario che possono essere letti con un apposito lettore scanner da un veterinario o da un dipendente ASL.
Insomma, se il nostro gatto è abituato a uscire da solo, se temiamo che possa perdersi o essere preso da qualcuno, se dobbiamo portarlo all’estero, il microchip è uno strumento in più che ci permette di tutelare il nostro animale.
Va sottolineato comunque che il microchip NON è un dispositivo GPS, non ci permette di rintracciare il gatto disperso. Esistono i GPS per cani e gatti, ma sono un’altra cosa: in questo caso parliamo di piccoli apparecchi che si applicano sul collare del nostro animale, funzionano a batteria e pesano circa 30/40 grammi. I limiti del GPS sono che il gatto potrebbe toglierselo perché gli da fastidio, o perderlo o, peggio ancora, rimanere impigliato in qualche ostacolo.
Sta a noi decidere cosa sia meglio per il nostro amico, anche considerando le sue abitudini, l’ambiente in cui si muove, il suo carattere, ecc.
S.C.